La Basilica Paleocristiana di Sant'Ippolito

Scopriamo la Basilica

Secondo le fonti, la basilica fu edificata tra la fine del IV e gli inizi del V secolo d.C., quando era già passato un secolo dal martirio. Il luogo però non era inutilizzato! Nell'area sono stati rinvenuti precedenti strutture di età traianea, come un impianto termale e un sistema di cisterne, che ancora oggi è percorribile al di sotto dell'Antiquarium, un conventino di età settecentesca posto nelle vicinanze. L’area, in seguito, fu occupata anche da alcune sepolture appartenenti, probabilmente, alla vicina Necropoli di Porto.

Il progetto iniziale della basilica non era imponente come quello di cui oggi possiamo vedere i resti. La primitiva basilica, la cosiddetta basilicula, aveva infatti solo una navata, orientata nord-sud, dal momento che le strutture già esistenti impedivano l'orientamento est-ovest, tipico delle basiliche. Su quest’ultima si innestò la costruzione di una struttura molto più grande, articolata in 3 navate divise da due file di 11 colonne. Era a tre ingressi (questo tipo di apertura si chiamava tribelon), lunga 37 metri (escluso il portico) e larga 18, con abside e scalini della cattedra episcopale foderati di marmo. Ecco perché è possibile vedere le tracce di ben due perimetri!

La storia della basilica attraversa i secoli e ha visto l'ambiente intorno a sé mutare profondamente. Nel corso dell'800 la struttura era ancora operativa, come testimoniano i numerosi arredi preziosi donati dai pontefici dell'epoca, tra cui Leone III e Leone IV. Il IX secolo è però anche teatro di numerosi assalti ai danni della città di Porto: per questo, il vescovo Formoso trasferì la sede episcopale alla Chiesa di San Giovanni Calibita all'isola Tiberina, nonché le reliquie dei martiri portuensi. Per questo motivo, la zona fu progressivamente abbandonata e la basilica tornò ad avere una sola navata. Nel corso del 1400 Pio II, in visita, poteva ancora osservare le imponenti pareti della basilica ma il tetto era ormai crollato..

Passa di lì anche l'esploratore Antonio Bosio, che nel 1629 trova nient'altro che rovine.

Ma, prima di lasciare la basilica nel più completo abbandono, si pensò bene di piegare la sua struttura alle esigenze del momento. La necessità di avere un punto strategico dal quale tenere sotto osservazione il territorio circostante spiega il motivo per cui, oggi, non vedrete nessuna campana ma solo una torre!

Le bifore e le trifore, in effetti, vennero murate e il campanile fu trasformato in una torre d’avvistamento da papa Gregorio XIII nel 1585.

Il Sarcofago, l'iscrizione al Martire e il Ciborio

La basilica è stata riportata alla luce negli anni ’70: gli studi furono condotti da Pasquale Testini dell’Istituto di Archeologia cristiana dell’Università degli studi di Roma, in collaborazione con la soprintendenza archeologica di Ostia.  Vediamo insieme quali cimeli preziosi sono emersi dal passato! Innanzitutto, è possibile intravedere alcuni elementi della primitiva costruzione: in particolare, la piccola abside e parte delle pareti perimetrali. Nella parte centrale, invece, troviamo i resti di quella che probabilmente era la cosiddetta schola cantorum, un recinto rettangolare rialzato utilizzato dai cantori in occasione di particolari riti. Più sulla sinistra, era presente un battistero a pianta circolare. Ma torniamo al nostro patrono Ippolito, che continua a riservarci innumerevoli sorprese. A catturare la nostra attenzione, questa volta, è una frase in latino che non lascia spazio a libere interpretazioni: “HIC REQUIESCIT BEATUS HYPOLITUS MAR(TYR).” Ebbene sì, si tratta proprio dei suoi resti! L’iscrizione è apposta su un sarcofago trovato nei pressi dell’area presbiteriale ma...il fatto curioso è che le ossa contenute nel sarcofago appartengono a più di una persona! Sembrerebbe addirittura cinque! La particolarità si spiega con i numerosi atti di vandalismo a danno dei cristiani, che, con dolore, vedevano profanati i loro luoghi sacri. Nel tentativo di porre rimedio al caos provocato dai vandali e mettere ordine, potrebbero aver riposto nel sarcofago non solo le ossa del patrono ma anche quelle di altri individui. L’usanza prevedeva, infatti, che accanto al patrono potessero essere sepolti anche i corpi di alcuni fedeli.

Il sarcofago è oggi conservato nell’adiacente Antiquarium, che protegge, oltre all’iscrizione al martire, un altro preziosissimo tesoro: un ciborio!

Quest’ultimo, di marmo, è stato ritrovato in una fossa ai piedi dell’altare (precedentemente lo sormontava) ed è un rarissimo esemplare di arte carolingia. Parzialmente ricostruito (in occasione dell’esposizione nel castello di Giulio II) con i frammenti ritrovati fino al 1973, è stato donato alla basilica da Leone III tra il ‘700 e l’800.                                       


Ma chi era Ippolito, il Santo Patrono di
Fiumicino?

Ippolito è il santo patrono di Fiumicino, oggi celebrato il 5 ottobre. Le notizie al riguardo sono confuse, soprattutto perché nei documenti della Chiesa troviamo un'infinità di martiri con lo stesso nome. Vari racconti agiografici attestano che Ippolito fu ordinato vescovo da Papa Callisto I nel 221 d.C. e che morì durante le persecuzioni del 229 d.C. E, probabilmente, è stato il primo vescovo di Porto! Ippolito fu poi catturato mentre celebrava messa e gettato a testa in giù in un pozzo, con i piedi e le mani legatePoco dopo, i suoi discepoli recuperarono il corpo e lo seppellirono a circa 60 metri dal luogo del martirio. Se abitate o passate per Fiumicino recatevi a via Redipuglia, all'angolo di via Col Moschin. Troverete i resti di una basilica paleocristiana e, proprio lì, potete intravedere un pozzo! In effetti, la più antica testimonianza di Ippolito risale al IV secolo d.C. ed è un'iscrizione frammentaria secondo la quale il vescovo Eraclida dedicò al martire proprio una basilica, che dunque sarebbe sorta nei pressi del luogo della morte. 

The complex of the early Christian basilica and the “conventino” of S. Ippolito, with adjoining Antiquarium

The Basilica was dedicated at the end of the 4th century AD by Bishop Eraclida to the martyr Hippolitus (Ippolito) in the place where, according to traditions, he was killed and thrown into a well. At the first cult building, follows the construction of a second one, between the end of the 5th century and the beginning of the 6th century AD, and was larger than the first building (length 37 mt., width 18 mt. with a plan divided into three naves by two rows of 11 columns).
To the first decades of the 9th century, dates back the fantastic marble ciborium, today reassembled inside the Antiquarium.
To the 2nd century dates back the construction of the bell tower and, at least, one side of the rural rectangular building, called “conventino”, completed to the north with a small area on whose back wall there is an altar surmounted by a painting depicting the martyrdom of Ippolito, both dating back to the mid 18th century.
The early Christian place of worship rises on an imposing underground system of water conservation, which dates back to the 2nd century AD.

Visitare La Basilica

Dove si trova: Via Col Moschin, Isola Sacra, Fiumicino (RM)

Come arrivare: Prendendo la linea Cotral è possibile scendere all’ultima fermata di via Coni Zugna (per chi proviene dal centro di Fiumicino) o scendere nei pressi della chiesa Santa Maria madre della Divina Provvidenza, su via della Scafa. Proseguire poi a piedi, per circa 700 m, su Via Redipuglia, fino all’incrocio con Via Col Moschin.

Si paga? No, l’ingresso è gratuito!

Quando è aperta: è possibile osservare la Basilica dall’esterno, mentre internamente solo con una visita guidata.

Per maggiori informazioni si rimanda ai seguenti siti:

https://www.ostiaantica.beniculturali.it/it/areearcheologicheemonumentali/necropoli-di-porto/comp...
www.lazio.beniculturali.it