Oggi facciamo una breve gita virtuale dalle parti della Torre di Palidoro, un luogo ricordato anche per il martirio di Salvo D’Acquisto.
Essa presenta tre caratteristiche che ritroviamo anche in altre torri di Fiumicino. Innanzitutto, è stata costruita sulle basi di una struttura precedente (come, probabilmente, la Torre di Pio V o la Torre di Maccarese, per citare alcuni esempi). Fa parte di un insieme di torri costiere volute dallo Stato Pontificio per difendere il litorale romano dai nemici che giungevano via mare (anche qui, citiamo la Torre di Maccarese). Infine, si trova oggi in una posizione molto diversa da quella originaria: a circa 100 metri dal mare. Come altre torri del nostro paese, ha subito gli effetti dell’avanzamento della costa.
Chiamata anche Torre Perla, si trova nella località di Palidoro, a nord di Passoscuro. È stata costruita in epoca medioevale per fronteggiare l’attacco delle truppe saracene e si inserisce nell’insieme di torri costiere edificate tra l’VIII e il IX secolo. Costruita sulla base di ruderi romani, ha una pianta quadrata ed è alta venti metri. Dopo essere passata (insieme al borgo di Palidoro) nelle mani della famiglia Muti e poi Peretti, tra il 1562 e il 1563 fu restaurata per volere dell’arcispedale Santo Spirito in Sassia, e da allora ha l’aspetto odierno. Insieme alle dune di Palidoro e alla Torre Primavera di Maccarese, fa parte delle numerose aree naturali e di interesse storico-archeologico della Riserva Naturale Statale del litorale romano. Assolutamente suggestivo anche il vicino borgo medievale di Palidoro, immerso nella campagna dell’Agro Romano.
Accanto alla torre, è stata eretta nel 1960 una stele in marmo in onore del vicebrigadiere dei Carabinieri Salvo D’Acquisto, morto a soli 23 anni nelle vicinanze, per mano dei tedeschi. A Salvo d’Acquisto è stata anche conferita una medaglia d’Oro al Valor Militare, per il suo incredibile gesto di coraggio e altruismo.
Palidoro, una delle frazioni di Fiumicino, si trova a nord di Roma,
al km 30 della Via Aurelia. Non distante da Cerveteri e Torrimpietra,
quest’area viene nominata da Papa Benedetto VIII con il nome di
Palitorium, nel lontano 1019; ben tre secoli più tardi, esattamente
nel 1480, la comunità di Roma menziona un castrum presente in questa
zona. Quando parliamo di castrum ci riferiamo ad un insediamento
fortificato, che si espandeva solitamente attorno alle residenze
signorili. Questo tipo di abitato cittadino era molto frequente nelle
campagne europee del Medioevo e, a Palidoro, viene testimoniato da
alcuni elementi tipici, come una torretta cilindrica. Perché il
borgo si chiama Palidoro? Esso deriva dal termine latino paritorium,
che vuol dire “rovina”. Sui resti di un ponte romano a due arcate
fu infatti edificato un castello, di cui si hanno tracce nel XV
secolo.
La tenuta, nel
Cinquecento, era di proprietà della famiglia Muti, che alla fine del
secolo lo passò alla famiglia Peretti (Camilla Peretti, la sorella
di papa Sisto V, fu proprietaria della tenuta di Palidoro ed anche
del castello di Maccarese). Infine, il borgo passò nelle mani
dell’Arcispedale Santo Spirito in Sassia che lo trasformò in
un’azienda agricola.
Palidoro, nel corso degli anni, è stata visitata da molti pontefici, come Alessandro VI, Pio VII, Gregorio XIV e Pio IX. Oggi si presenta come un borgo assolutamente caratteristico, punteggiato da trattorie e antichi casali. Aguzzando lo sguardo, possiamo notare sulle facciate di alcuni edifici gli stemmi in pietra con la doppia croce (il simbolo dell’Ospedale di Santo Spirito) o il simbolo delle famiglie dei Precettori o Commendatori, cioè i vari direttori dell’ospedale.
Merita una visita anche la parrocchia dedicata ai Santi apostoli Filippo e Giacomo: essa era presente già nel 1690 ma fu ampliata ed ultimata durante il pontificato di Pio VI (1775-1799). La facciata in stile neoclassico presenta infatti, sopra al portone, il grande stemma di Papa Braschi. All’interno troviamo di nuovo il simbolo della doppia croce, sulla balaustra che protegge il presbiterio. Qui c’è un altare in marmo e, al di sopra di esso, un dipinto realizzato nel 1788 dal pittore Antonio Cavallucci da Sermoneta. Questo dipinto, commissionato dall’allora commendatore dell’ospedale Santo Spirito, rappresenta lo Spirito Santo che discende sui santi Filippo e Giacomo. La chiesa ha una navata unica e una copertura a botte.
Fonti:
https://civitavecchia.portmobility.it/it/il-borgo-e-la-torre-di-palidoro - http://www.visitfiumicino.com/tour/borgo-di-palidoro/ - https://scriniumarte.altervista.org/il-borgo-di-palidoro/?doing_wp_cron=1589016790.2820539474487304687500 - https://it.wikipedia.org/wiki/Palidoro