Durante l'età repubblicana, c'erano già gli scali portuali di
Pozzuoli e di Ostia (quest'ultimo lungo la foce naturale del Tevere,
quella che oggi viene chiamata "fiumara grande") ad
assicurare lo smistamento delle merci fino a Roma. Tuttavia, il primo era distante e difficile da
raggiungere, mentre il secondo era attrezzato con una sola banchina,
fattore che rendeva difficile l'attracco delle grandi imbarcazioni e
necessario l'utilizzo delle navi più piccole. Sulla foce naturale del Tevere, poi,
dei grossi banchi di sabbia stavano rendendo sempre più difficile la
navigazione.
Il Porto fu inaugurato sotto Nerone. Le testimonianze che ci arrivano ai giorni nostri ci fanno ipotizzare che di tutto il progetto solo una parte fu realizzata, ossia il bacino (ampio e poco profondo), creato “sbancando la costa e in parte protendendo in mare due moli a tenaglia conclusi all’imboccatura da un isolotto artificiale con il faro.”[1] Tuttavia fin da subito l’invaso cominciò a insabbiarsi, anche se con dragaggi periodici si cercava di mantenere un minimo di funzionalità.
[1] Fiumicino, Tra Cielo e Mare, una storia da vedere, cap. Il Porto di Claudio, pag. 46
Quando anche l'area del Porto di Claudio fu soggetta ad insabbiamento, si decise per
la costruzione del porto di Traiano (molto più sicuro), tra il 100 e
il 112 d.C. Il nuovo portò ampliò il precedente e riutilizzò
alcune sue strutture, come il faro e le banchine. I lavori vennero eseguiti con
lungimiranza: già sotto Claudio, per evitare l'impaludamento della
zona in caso di alluvione, furono costruiti due o più canali in
grado di sfogare le piene verso il mare. Secondo alcuni studiosi, durante la
ristrutturazione traianea, almeno due di essi vennero modificati o
adibiti a nuovi scopi. Uno fu trasformato nella Darsena e l'altro
divenne un canale di collegamento diretto con il Tevere: ecco la
Fossa Traiana (il canale di Fiumicino)! Quando questo canale fu tagliato, si creò l'Isola
sacra. Il porto di Traiano, pensato come scalo
mercantile di Ostia, prese il nome di Portus Ostiensis. Ma,
più che struttura secondaria, diventò presto così importante da
accaparrarsi quasi tutti i movimenti commerciali e di transito della
capitale.
L'organizzazione
interna del porto
Il porto di Traiano comprendeva il molo traverso con un piccolo faro terminale, un canale che permetteva l'accesso al porto interno (la cosiddetta Darsena), un bacino esagonale e il canale di collegamento con la Fossa Traiana, da cui si accedeva al Tevere. Il bacino esagonale, con un'estensione di circa 33 ettari e una profondità (presunta) di 5 metri, era lastricato con grandi pietre e permetteva l'attracco contemporaneo di più navi. Pensate che in prima fila potevano ormeggiare circa 200 navi di grande tonnellaggio!
Sul lato nord-ovest del bacino furono edificati i Magazzini Severiani, adibiti allo stoccaggio delle merci e costruiti solo dalla metà del II secolo d.C., e il Palazzo Imperiale che, stando alla sua sontuosità, doveva ospitare i viaggiatori di alto rango. I Magazzini Traianei, invece, si affacciavano sulla Darsena, il bacino interno nel quale le merci venivano caricate su navi più piccole, che risalivano il Tevere fino a Roma.
Bisogna fare infatti una distinzione tra le onerariae e le caudicariae. Le prime erano le navi da carico, di grandi dimensioni, che dal mare aperto attraccavano alle banchine ai due lati del canale oppure direttamente alle banchine del bacino interno. Le caudicariae erano battelli più piccoli, adatte a navigare il fiume, sulle quali venivano caricate le merci conservate temporaneamente in magazzino. Questo tipo di organizzazione era molto efficiente ed evitava qualsiasi interruzione nel trasporto delle merci: pensate che per la navigazione esclusivamente via mare si potevano utilizzare solamente i giorni favorevoli (circa 180/190 in un anno!).
La costruzione delle mura e il lento abbandono
Tra la fine del IV e gli inizi del V secolo, con Roma minacciata dalle incursioni barbariche, vennero edificate delle mura per salvaguardare i magazzini e controllare l'accesso alla capitale. Cambiarono anche le modalità di smistamento della merce: per una maggiore sicurezza, le merci vennero trasferite direttamente sulle navi senza sosta nei magazzini. Successivamente, all'interno del primo circuito di mura se ne costruì un altro: un vero e proprio castello a difesa della Fossa Traiana, ormai l'unico accesso a Roma per via dell'intasamento del Tevere. Le strutture operative diminuirono progressivamente, fino a un lento impaludamento dell'area a causa di una scarsa manutenzione (Roma stava vivendo una crisi economica e finanziaria) e l'avanzamento della costa. In epoca medioevale, solo una piccola parte del bacino veniva utilizzata. La diocesi ne fece un allevamento di pesci per il precetto del venerdì!
Termina quindi con una lenta decadenza
il periodo di gloria del Porto di Traiano: grande testimonianza,
insieme a quello di Claudio, delle capacità romane in ambito
mercantile, ingegneristico ed architettonico.
APERTURE
da martedì a domenica e festivi
ORARIO DI APERTURA: ore 8.30
ORARIO DI CHIUSURA:
dal 12 ottobre al 24 ottobre: ultimo ingresso ore 17.30 con uscita ore 18.30
dal 25 ottobre al 28 (o 29) febbraio: ultimo ingresso ore 15.30 con uscita ore 16.30
dal 1° marzo al 31 marzo: ultimo ingresso ore 16.15 con uscita ore 17.15
dal 1° aprile al 30 settembre: ultimo ingresso ore 18.00 con uscita ore 19.00
DOVE SI TROVANO
L’ingresso è in via Portuense 2360 (antistante il n. civico 2329), sotto il viadotto di via dell’Aeroporto di Fiumicino.
Biglietti: 8 € (prenotazione solo online o alla biglietteria degli scavi di Ostia Antica)
Sito prenotazione: https://www.coopculture.it/it/prodotti/biglietto-porti-imperiali-di-claudio-e-traiano/
Per informazioni: e-mail: pa-oant.portus@beniculturali.it Tel.: 06 6529445