Visita virtuale dei Porti Imperiali

Il porto

Nel I sec. d.C. la crescente necessità di infrastrutture portuali spinse l'imperatore Claudio ad intraprendere la costruzione di un nuovo porto per Roma che fu avviato nel 42 d.C.. Il luogo prescelto fu un'insenatura naturale situata a circa 3 km a nord dall'antica foce del Tevere. Claudio avviò i lavori scavando dei canali che collegavano il futuro porto al Tevere e poi fece costruire due imponenti moli ricurvi, in un area di circa 165 ettari. Tuttavia il nuovo porto risultava poco sicuro a causa delle tempeste e per il facile insabbiamento dovuto alle correnti marine. L'inaugurazione avvenne sotto Nerone nel 64 d.C.. L'imperatore Traiano, nel 100 d.C., per risolvere le problematiche del porto aumentò la capacità di esso scavando un altro bacino interno di forma esagonale (che ancora oggi possiamo osservare) in grado di consentire l'attracco a ben 200 navi di grande tonnellaggio.

Magazzini Traianei

I magazzini traianei vennero progettati e iniziati con il nuovo porto per volontà dell'imperatore Traiano, ma terminati nell'arco di 80 anni. L'area totale si aggira intorno ai 75000 m2. Il terreno poco coerente su cui vennero costruiti fu consolidato da una fitta trama di cassoni in muratura. Possiamo infatti osservare in una delle stanze il sistema di pavimentazione, chiamato "suspensurae", utilizzato per garantire una migliore conservazione delle derrate alimentari.
Una serie di corridoi e cortili interni facilitavano la distribuzione, mentre un sistema di rampe permetteva di trasportare agevolmente i carichi ai piani superiori.
I vani di stoccaggio misurano 14x6 m e hanno una copertura a botte.
L'edificio era caratterizzato da un portico continuo che ne sottolineava il profilo a pianterreno e che si apriva direttamente sulle banchine di attracco mettendole in comunicazione con gli ambienti di stivaggio.
Inoltre, possiamo notare sul muro esterno di una stanza un'iscrizione, in cui si legge un numero romano dipinto col pigmento rosso che testimonia la suddivisione in settori dei magazzini.

Portico di Claudio (Colonnacce)

Il porticolo fu messo in luce durante le opere di bonifica avviate dal principe Giovanni Torlonia nel 1933. Ciò che resta dell'imponente colonnato sono solo porzioni di colonne bianche in travertino, inglobate all'interno di muri in laterizia costruiti successivamente, che doveva fungere da quinta scenografica alle navi che varcavano il porto. il colonnato, in origine alto fra 5 e 6 metri coronato forse da una trabeazione proseguiva lungo tutto il molo nord-sud, separando i magazzini dal molo stesso. Il portico presenta una pianta a forma di T. Le colonne sono tipiche dell'epoca di Claudio. Sul portico occidentale si aprivano due ingressi di cui uno monumentale, ovvero il Portico di Claudio. La sua costruzione è attribuita al I sec. d.C. per le colonne rozzamente bugnate. In realtà l'impianto è sicuramente traianeo. Le banchine, più volte restaurate in epoca antica, conservano ancora le rape per la discesa in acqua.

La Darsena

Oggi la Darsena è un ambiente lacustre con un canneto, ma un tempo era un bacino di forma rettangolare con ingresso a nord-est. Essa misura 227x48 m ed è contornata sugli altri 3 lati dai magazzini traianei. Le sponde sono sagomate a scarpa per smorzare il moto ondoso. Potrebbe essere definita "una darsena di evoluzione" per il carico e  lo smistamento verso Roma di imbarcazioni di medio e piccolo tonnellaggio, adatte a risalire il fiume Tevere. La profondità è di 8 m ma non è possibile dire se il fondo fosse pavimentato. 

I Magazzini Severiani

Nel settore nord-orientale del porto di Traiano si trovano i magazzini severiani che vennero costruiti in età adrianeo-antonina (dal 114 a fine II sec d.C.). La planimetria è ad L. I magazzini erano organizzati in modo che lo scarico, lo smistamento, lo stoccaggio e il carico mercanzie avvenissero contemporaneamente in ogni settore senza intralci, grazie alla distribuzione dei sistemi di rampe. L'accesso ai vani sui vari livelli avveniva da un corridoio distributivo illuminato da finestre che garantivano la visibilità degli interni, aperti solo con feritoie per l'aerazione. A differenza dei magazzini traianei qui manca la fondazione a cassettoni e al posto delle volte a botte si trovano quasi esclusivamente coperture a crociera. Di questi edifici si conserva ancora anche il secondo piano.

La Basilica Cristiana

Rappresenta il settore della città che è sopravvissuto più a lungo. A partire dal IV sec. d.C. gli impianti di tipo annonario e mercantile furono convertiti in residenziali. La basilica fu riconosciuta per lungo tempo come lo "xenodochium", ovvero l'edificio fatto costruire dal senatore Pammachio per accogliere i pellegrini cristiani. Ma di questa struttura non vi sono più tracce. I primi impianti della basilica sono databili tra la fine del IV e i primi anni del V sec d.C. Le mura furono costruite appena prima o dopo il sacco di Alarico. L'edificio era di dimensioni notevoli, absidato, con 3 navate e un ingresso ad est preceduto da un portico. Non è ancora certa l'intestazione del sito ma fonti antichissime lo ritenevano dedicato ai santi Pietro e Paolo. 

Il molo della Lanterna

La parte più interna del porto di Claudio era protetta da due grandi moli rettilinei disposti rispettivamente in direzione nord-sud ed est-ovest. Su uno di questi moli, quello est-ovest, lungo 150 m e largo circa 8 m, sono presenti strutture di epoche diverse, fra cui anche i resti pertinenti ad un impianto termale tardoantico, le cosiddette Terme della Lanterna. Il monumento prende il nome da un faro, una lanterna appunto.
Il complesso termale riutilizza in parte edifici precedenti e si sviluppa ai lati di un lungo corridoio. A destra si trovavano gli ambienti propriamente termali con le vasche di abluzione di forme varie: circolari, semicircolari e rettangolari. Lungo le pareti sono ancora visibili dei tubuli in terracotta che consentivano il passaggio dell’aria calda; svolgevano la stessa funzione anche le cosiddette suspensurae, ossia una serie di muretti costruiti in mattoni che servivano a sorreggere un pavimento sopraelevato. Tutto il sistema era alimentato da una serie di praefurnia, forni, che permettevano di riscaldare gli ambienti. Le pareti di molte stanze e delle vasche erano rivestite con lastre di marmo mentre i pavimenti erano in marmo o con mosaici in tessere bianco e nere con motivi figurati e geometrici. Fra tutti è particolarmente rilevante il grande mosaico pavimentale della sala absidata (vedi foto), di cui si conserva una parte rilevante.

Casale Torlonia

La strada che ci conduce dai magazzini traianei a quelli severiani ci rivela il Casale Torlonia, un tempo punto di ristoro dello zoo safari di Fiumicino e oggi luogo di laboratori didattici.

INFORMAZIONI UTILI

APERTURE
da martedì a domenica e festivi
ORARIO DI APERTURA
: ore 8.30
ORARIO DI CHIUSURA
:
dal 1° aprile al 30 settembre: ultimo ingresso ore 18.00 con uscita ore 19.00

DOVE SI TROVANO
L’ingresso è in via Portuense 2360 (antistante il n. civico 2329), sotto il viadotto di via dell’Aeroporto di Fiumicino.

Biglietti: 8 € (prenotazione solo online o alla biglietteria degli scavi di Ostia Antica)

Sito prenotazione: https://www.coopculture.it/it/prodotti/biglietto-porti-imperiali-di-claudio-e-traiano/

Per informazioni:  e-mail: pa-oant.portus@beniculturali.it Tel.: 06 6529445

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Archeologia
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Mediamente impegnativo
PROGETTO DI SERVIZIO CIVILE UNIVERSALE A CURA DI VALENTINA PUCILLO